VULVODINIA E DOLORE PERINEALE

VULVODINIA E DOLORE PERINEALE

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IL DOLORE VULVARE: VULVODINIA, VESTIBULITE E VAGINISMO

Numerosi studi hanno evidenziato il coinvolgimento della muscolatura del piano perineale in donne con disfunzioni sessuali soprattutto di tipo doloroso. Fra queste si può nominare la dispareunia (dolore durante i rapporti), il vaginismo (spasmo involontario dei muscoli perineali tale da impedire la penetrazione) e la vestibulodinia (dolore vulvare ricorrente o persistente di origine neurologico).

In modo particolare la vestibulite vulvare, ancor oggi poco conosciuta, rappresenta un disturbo che riguarda circa il 12-15% di donne con età compresa fra i 20 e i 40 anni.

Di difficile diagnosi (spesso le donne trovano lo specialista dopo anni di peregrinare) è caratterizzata da sintomi variabili che vanno dalla dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) al bruciore, tensione vulvare, prurito, cistite, sensazione di gonfiore che si manifestano in alcuni casi all’improvviso creando disagio.

Il termine vulvodina viene utilizzato per descrivere ogni sensazione dolorosa che riguarda la regione vulvare.. Il dolore può essere continuo o intermittente, localizzato in un punto specifico o diffuso.

Una particolare forma di vulvodinia viene denominata sindrome vulvo-vestibolare.

Tale sindrome, nota da molti anni, è caratterizzata da un’infiammazione cronica del vestibolo vulvare (la prima parte della vagina) che determina un dolore prevalentemente durante i rapporti sessuali (in alcuni casi il dolore compare anche senza che la zona sia stimolata in alcun modo).

La mucosa di questa zona è particolarmente delicata e a volte si possono formare micro-lesioni alle quali consegue, come risposta infiammatoria, uno spasmo muscolare continuo e quindi un’alterazione del tono muscolare (ipertono); è presente sempre una sofferenza delle terminazioni nervose (nevralgia).

La sindrome vulvo-vestibolare colpisce in genere donne molto giovani (fra i 18 e i 35 anni), ma non risparmia le adolescenti e le donne mature. Il ritardo diagnostico é mediamente di 4 anni.

 

 

Quali sono le cause della vulvodinia?

L’esatta causa non è conosciuta. Tra le possibili cause ci sono vulvovaginiti ricorrenti da candida o da altri microrganismi, reazioni allergiche a sostanze chimiche o/a farmaci. Una recente ipotesi parla di alterazioni genetiche che renderebbero alcune mucose, fra cui quelle vulvari, particolarmente vulnerabili. Si è anche ipotizzato una neuropatia periferica del nervo pudendo.

 

Terapia.

Le terapie proposte nel tempo sono state molte e con risultati variabili sia come efficacia che per persistenza dei risultati raggiunti. Alcune donne trovano beneficio in un trattamento, mentre altre non rispondono in alcun modo. Pertanto non esiste un trattamento universale per tutte le donne, spesso bisogna ricorrere a trattamenti combinati e personalizzati.

Una delle terapie che attualmente da discreti risultati (a volte in associazione con farmaci usati nel trattamento delle sindromi dolorose croniche), è la Rieducazione del Pavimento Pelvico ed in particolare la TENS (Trancutaneous Electrical Nerve Stimulation). In pratica si tratta di una stimolazione elettrica della muscolatura vaginale per ridurre il tono muscolare e ripristinare al meglio il microcircolo locale con benefici effetti anche sull’innervazione della zona. Alla stimolazione elettrica si associa la chinesiterapia ed il biofeedback che permettono alla donna di conoscere la propria muscolatura pelvi-perineale e di apprendere adeguate tecniche di rilassamento.

Attualmente, in alcuni casi, soprattutto dove coesiste una particolare fragilità della mucosa vaginale, si può associare un trattamento Laser che, sfruttando gli effetti benefici della CO2, stimola la formazione di nuovo collagene e può migliorare l’integrità dell’epitelio e l’elasticità della mucosa.